FRAMMENTI #8

E poi ti trovi seduto nella sala d’aspetto di una stazione a raccontare gli anni
passati: quattro parole che racchiudono il senso di una vita, le speranze, le
disattese…non è semplice stare ad ascoltarsi ora che “i dobbiamo fare” sono
diventati se “l’avessimo fatto“, ora che il futuro è chiaro ed è difficile sapersi inventare.
Mi chiedo quanto siamo noi a scrivere il nostro destino e quanto invece lo faccia per noi la mano tremante della contingenza, delle situazioni. In fondo è lei a propugnarci le scelte che noi ci illudiamo di fare liberamente. Sempre schiacciato tra il fare e il non fare, tra il vivere e il sopravvivere. La
consapevolezza di aspettare di vedere cosa sarà, il consequenziale evolversi delle cose.
Ed eccoci qua alla stazione per prendere il treno…ma è davvero il mio?