FRAMMENTI #6

Ralph Linton

CENTO PER CENTO AMERICANO

Testo liberamente tradotto da:

Ralph Linton 1937. “One Hundred Per-Cent American” The American Mercury 40, 427-429.

Non c’è alcun dubbio riguardo all’importanza che l’americano medio attribuisce al fatto stesso di essere americano e all’indomito desiderio che ne consegue di preservare le sue preziose radici culturali a tutti i costi. Eppure alcune insidiose idee provenienti dal mondo di fuori si sono ormai fatte strada nel suo modo di vivere senza che lui se ne sia neppure reso conto.

 E così all’alba troviamo il nostro patriottico amico che avviluppato nel suo bel pigiama, un indumento originario dell’est dell’India,  se ne sta sdraiato nel suo letto, arredo inventato per la prima volta nell’Antica Persia o in Asia Minore. Il nostro bel addormentato si è imbacuccato fino alle orecchie con materiali tipicamente non americani: cotone (coltivato perla prima volta in India), lino (coltivato nel Vicino Oriente), lana (materiale proveniente da animali nativi dell’Asia Minore) o seta (il cui uso fu scoperto per la prima volta dai Cinesi). Tutti questi materiali sono stati trasformati in un capo di vestiario attraverso una serie di processi inventati nel sud-ovest asiatico. E nel caso in cui l’inverno sia piuttosto rigido, il campanilista se ne sta rintanato sotto un caldo piumone inventato in Scandinavia.

Quando il nostro caro americano si sveglia, per prima cosa dà un’occhiata all’orologio (invenzione dell’Europa medievale) poi si alza in fretta e va in bagno. E qui, rimirandosi allo specchio, incomincia a sentirsi davvero orgoglioso di essere Americano. Tuttavia, se solo si fermasse a riflettere un momento, non potrebbe non accorgersi che le insidiose influenze straniere non cessano nemmeno in bagno. Il vetro è stata un’invenzione dell’Antico Egitto, il rivestimento a piastrelle di pavimenti e pareti è stato introdotto per la prima volta nel Vicino Oriente, la porcellana in Cina e la tecnica della smaltatura su metallo fu inventata nell’area del Mediterraneo durante l’Età del Bronzo. Persino la vasca da bagno e il water sono copie leggermente modificate di qualcosa che è stato creato moli secoli prima dagli antichi Romani. L’unico oggetto effettivamente americano è quello su cui il nostro patriota ha appoggiato momentaneamente il suo fondoschiena per scaldarsi le natiche: il termosifone.

In questo bagno il nostro amico si sciacqua utilizzando del sapone, invenzione degli antichi Galli. Poi si rade, rito masochistico introdotto dai sacerdoti idolatri Sumeri e dell’Antico Egitto. Questo processo però è reso meno doloroso grazie al fatto che, a differenza dei sacerdoti Sumeri,  il rasoio che lui utilizza è di acciaio, una lega di carbonio e ferro scoperta sia in India che in Turkestan (regione del Kazakistan). Infine, usa un asciugamano, invenzione turca.

Tornato nella sua camera da letto, il nostro yankee prende i suoi indumenti da sopra una sedia (inventata nel Vicino Oriente) e incomincia a vestirsi. Si infila abiti aderenti, che derivano da quelli fatti di pelli che utilizzavano gli antichi nomadi delle steppe asiatiche e se li chiude con dei bottoni, i cui primi prototipi comparvero in Europa già durante l’Età della Pietra. Si infila delle scarpe rigide realizzate con un processo inventato nell’Antico Egitto su un modello che può essere fatto risalire all’Antica Grecia e si assicura che siano lucidate a dovere, un’altra idea greca. Si mette al collo una striscia di tessuto colorato che altro non è che un’antica vestigia degli scialle usati dai Croati nel diciassettesimo secolo. Infine, si dà un’ultima occhiata nello specchio, un’antica invenzione dell’Area del Mediterraneo, e poi scende a fare colazione. E qui le influenze straniere non lo mollano un attimo.

La colazione è servita in una serie di ceramiche la cui origine è evidentemente cinese. La forchetta è un’invenzione dell’Italia medievale mentre il cucchiaio è la copia dell’oggetto utilizzato un tempo dagli antichi Romani. Normalmente il nostro amico inizia la sua colazione sorseggiando del caffè, che viene fatto con i frutti di una pianta originaria dell’Etiopia, il cui utilizzo fu scoperto per la prima volta dalla civiltà araba. L’americano è solito bere litri di caffè al mattino per cercare di far fronte agli indesiderati effetti della bevande fermentate (inventati nel Vicino Oriente) o dei distillati (processo messo a punto dagli alchimisti dell’Europa medievale) ingurgitati la sera precedente. Al contrario degli Arabi, che bevono il caffè amaro, al nostro americano piace addolcirlo con dello zucchero, sostanza scoperta per la prima volta in India. Ci aggiunge poi della crema di latte senza curarsi del fatto che sia il processo di addomesticamento dei bovini che la tecnica di mungitura hanno avuto origine in Asia Minore. Se il nostro patriota avesse voglia di una colazione davvero in stile americano, allora al caffè accompagnerebbe un’arancia, coltivata per la prima volta nel bacino del Mediterraneo, una fetta di melone, pianta originaria dell’antica Persia o un grappolo d’uva, pianta coltivata anticamente in Asia Minore. A seguire non potrebbe mancare una ciotola di cereali derivati dal grano la cui coltivazione e il processo di trasformazione sono originari del Vicino Oriente. Poi magari qualche waffles, un’invenzione scandinava, fatti con una generosa quantità di burro, originario del Vicino Oriente. Come piatto di rinforzo potrebbe poi aggiungere uova di gallina, uccello addomesticato nel sud-est asiatico o delle fettine di pancetta di maiale, animale anche lui addomesticato nel sud-est asiatico e affumicato sfruttando un processo inventato nel nord Europa.

Una volta terminata la colazione, il nostro amico si calca in testa un cappello di feltro, un indumento inventato dai nomadi dell’estremo oriente e, in caso di pioggia, si infila un paio di stivali di gomma, sostanza scoperta dalle antiche civiltà del Messico e, uscendo di casa, prende con sé un ombrello, invenzione indiana. Poi si precipita a prendere il treno, mezzo di locomozione inventato in Inghilterra. Alla stazione ferroviaria fa una capatina in edicola a comprare un quotidiano pagandolo con delle monete, concetto inventato nell’antica Lidia. Prima di salire in treno, si ferma a dare un ultimo tiro alla sua sigaretta, invenzione messicana, o al suo sigaro, inventato in Brasile. Finalmente a bordo, il nostro amico si accomoda sul sedile e si mette a leggere le notizie del giorno, scritte con caratteri inventati dagli antichi Semiti, stampati con un processo inventato in Germania su un materiale inventato in Cina. E leggendo il suo giornale non può far altro che deprecare il fatto di vedere quanto le influenze straniere mettano a rischio la sua cultura e al contempo non perde l’occasione di ringraziare un Dio ebraico in una lingua indo-europea per essere Americano (termine che deriva da Amerigo Vespucci, geografo italiano) al cento per cento, senza sapere di stare utilizzando un sistema decimale inventato nell’antica Grecia.