FRAMMENTI #12

GIORNI FRANCESI pt.2

Lunedì, 20-09-2010

Suona la sveglia, puntata in tarda mattinata. Esco e cerco di raggiungere il centro utilizzando i mezzi pubblici e dopo qualche tentativo ci riesco. Arrivo al padiglione dove si tiene il congresso e, una volta iscritto, ritiro i miei gadgets: una bella borsa di tela con sopra disegnata una seppia contenente tutte le scartoffie del congresso e il mio pass con dentro due bevute gratis per la sessione dei poster che si terrà domani. Decido di boicottare la mattinata del congresso che in verità pare più noiosa del resto e ne approfitto per vagare per la città. Ho con me una mappa recuperata in hotel, ma presto mi rendo conto che è meglio chiuderla e girare a caso per l’intrico delle strade del centro. E’ così che scopro il castello dei Duchi di Bretagna e la cattedrale, due gioielli della città di Nantes. Sarà proprio nella cattedrale dove proverò le emozioni più intense di questi miei giorni francesi. Lo spazio enorme contenuto tra i muri di quell’edificio mi comunica qualcosa provato anni addietro entrando nella cattedrale di Trani, in Puglia. Incredibile come luoghi così lontani possano toccare le medesime corde dell’anima riempiendo cuore e testa di sensazioni. Faccio un giro nella cattedrale e mi colpisce un quadro posto nell’abside che ritrae una cerimonia funebre. I colori, le figure e l’atmosfera mi colpiscono. Rimango qualche decina di minuti ad osservarlo fino a quando la musica dell’antico organo della cattedrale mi riporta alla realtà: che vibrazioni, che potenza di suono! Resto per un poco ad ascoltare il concerto di un organista di indubbia bravura, poi esco.

Siccome sono rimasto a digiuno da ieri, credo sia arrivato il tempo di trovare un posto dove poter mangiare un boccone.  Finisco in un ristorantino con solo venti coperti, gestito da una coppia di francesi con qualche infarinatura di inglese ed è proprio grazie a questo idioma che riusciamo a comunicare. Il cibo è ottimo e anche l’atmosfera è delle migliori. Mi sento di poter consigliare questa sosta a qualunque viaggiatore di passaggio per Nantes. Il locale si trova proprio in una delle vie a ridosso della cattedrale e l’insegna mostra il nome “CIBOULETTE”. Del locale oltre al cibo, al vino e ai proprietari, mi colpiscono i quadri appesi alle pareti. Ritraggono paesaggi che mi ricordano la mia amata costa ligure. Possibile? Il tratto è forte, evocativo. Mi trovo subito in sintonia con questo locale e semmai avrò la possibilità di tornare a Nantes in uno dei miei prossimi viaggi, ripasserò volentieri da qui. A fine pasto ordino un digestivo locale: calvados, un distillato di mele. Sul momento non gli dò molta fiducia, soprattutto perché scorgo importanti etichette di whisky esposte sulla mensola dietro il bancone, però lo provo. La curiosità è forte. Niente male: le mele si sentono più nell’aroma che nel gusto del distillato. La gradazione sembra molto alta, il corrispettivo di una grappa e io sono già ampiamente ubriaco dopo aver bevuto una bottiglia di Saint-Chinian rosè del 2008. Ottimo pranzo, ora me ne tornerò al congresso dove voglio assistere ad un paio di interventi che potranno tornarmi utili per la stesura della tesi di dottorato. Tornerò al congresso sì, ma non prima di essere ripassato in una viuzza laterale dove ho visto una giacca elegante abbandonata su una panchina. E’ bianca con righe più scure e credo che sarà un bell’abbinamento per la mia camicia.

 Il pomeriggio al congresso si rivela deludente: troppi interventi. Troppi per essere seguiti tutti e perciò divisi in più sale con la massa degli uditori che si sposta di qua e di là a seconda delle proprie preferenze. Questo genere di interventi accademici mi appaiono sempre più staccati dalla realtà, astratti e sostanzialmente fini a se stessi. Solo l’ultima relazione, seguita ormai da poca gente, vista la tarda ora pomeridiana, mi è sembrata interessante. L’idea di fondo era quella di abbinare la costruzione di pale eoliche in mezzo al mare con strutture per l’allevamento di pesci e mitili.

Sono ormai le diciannove e trenta quando esco dal congresso e faccio a ritroso la strada percorsa al mattino, riuscendo così a tornare all’hotel. Una volta in camera, leggo il programma della giornata di domani al convegno e decido di saltare a piè pari la mattinata: andare alla scoperta dell’isola di Nantes mi sembra un’alternativa molto più allettante. Voglio anche tornare alla cattedrale per fare alcune foto e godere ancora di quel senso di pace provato tra le sue mura. Decido anche che domani salterò il pranzo per potermi permettere l’acquisto di un libro e magari una cena tipica, anche se un intollerante al lievito ha vita dura nella terra delle baguettes.     


[1]              Il nome del locale è CIBOULETTE.