8 luglio 2011

Hornillos del Camino – Itero de la Vega                                                 

La giornata scorre veloce, senza particolari problemi fisici sia per me che per il mio compagno di viaggio. Passiamo per Castrojeriz il cui borgo, arroccato alle pendici di un’altura sulla quale un tempo sorgeva l’antico castello ora in rovina, ci porta per un momento fuori dalla monotonia infinita del paesaggio mesetico.

Dopo Castrojeriz un’irta salita ed un’altrettanto impegnativa discesa mettono a dura prova le ginocchia e i piedi di Luca. Senza perderci d’animo continuiamo la strada e raggiungiamo l’eremo di San Nicolas, dove avevamo progettato di fermarci. Troviamo uno degli hospitaleri fuori dall’eremo che ci viene incontro sorridente. E’ un uomo sulla sessantina, con una folta barba grigiastra: il suo nome è Mario e viene da Cuneo. Ci racconta la storia e la filosofia di quell’eremo e capiamo che non ci accoglierà questa sera. Infatti, i posti sono pochi (8-12) e la priorità è lasciata a chi ha problemi a piedi e gambe tali da non poter continuare. Le 25 vesciche sui piedi del mio compagno sarebbero un ottimo passpartout, ma decidiamo di non approfittarne e così, dopo esserci intrattenuti qualche momento per scambiare parole e contatti con Mario, riprendiamo la strada e troviamo ospitalità nell’Alberge municipale del paese successivo: Itero de la Vega.

Peccato non essere riusciti a fermarci a San Nicolas, sarebbe stata un’esperienza interessante. L’eremo, gestito dalla Confraternita del Cammino di Santiago, è il terzo presidio di questa associazione, dopo quelli di Roma (Via Galvani) e Radicofani. Non hanno luce elettrica e quando il sole cala dietro all’altopiano tutto si svolge a lume di candela.

Mario ci dice che appena pochi giorni prima era passato di lì Augusto (l’hospitalero che abbiamo incontrato a Roma nel nostro primo giorno di cammino) diretto assieme ad un gruppo di persone verso il Cebreiro, da dove avrebbe incominciato il suo cammino verso Santiago. Augusto tornerà come hospitalero a San Nicolas l’ultima settimana di agosto e la prima di settembre. Peccato non essere riusciti ad incontrarlo nuovamente.

Itero de la Vega è un piccolo paese, solo un paio di bar e un negozio, nulla più. Dopo aver comprato un po’ scorte per il giorno successivo andiamo a goderci il meritato riposo seduti al tavolo di un bar. I prezzi sono più che popolari: un boccale di birra più una coppa stracolma di vino per 2 euro. Fantastico. Seduto al tavolo del bar osservo sul muro di una casa la scritta: “La utopia es la libertad de los nuestros suenos”.  

Da due pellegrini tedeschi apprendiamo che Cho e Kim, i due ragazzi coreani, sono forse arrivati a San Nicolas ed hanno trovato ospitalità nell’eremo. Li avevamo lasciati due giorni addietro a Burgos, dandoci appuntamento a San Nicolas o a Carrion de los Condes per domani. Il primo appuntamento è stato mancato, il secondo si vedrà domani. Kim ha problemi al piede destro e l’ultima volta che l’abbiamo incontrato era molto gonfio, tanto da costringerli a rallentare il cammino. Spero stia bene. Chissà se dopo le provvidenziali cure a San Nicolas si riprenderà. Domani avremo la risposta.