7 luglio 2011

Atapuerca – Hornillos del Camino                                                 

La tappa programmata fino a Tardajos, viene protratta fino ad Hornillos del Camino, 10 km aggiuntivi. L’idea di superare Tardajos è dovuta al fatto di risparmiare chilometri nella tappa successiva in modo da arrivare presto a San Nicolas (Puente Fitero), dati i soli 12 posti disponibili nell’Hospital.

La prima parte della giornata scorre veloce perlopiù su strade asfaltate nell’avvicinamento a Burgos. Dopo La Spezia e Genova, le zone industriali in periferia delle città spagnole che incrociamo non fanno più alcuna paura. Attraversiamo il centro di Burgos piuttosto in fretta e dopo una breve sosta alla cattedrale ed un’altra in un bar per rinfrancarsi un poco, ripartiamo alla volta di Tardajos.

Arrivati a destinazione troviamo un piccolo paesino alle pendici delle mesetas. Case, persone e perfino i cani sembrano essiccati dal sole che potente si staglia nel cielo azzurro. Il paesaggio è levigato dai venti che forti soffiano dall’altipiano. Ci fermiamo in un bar a mangiare tortilla e pinchos e poi ripartiamo. Sulla strada incontriamo una strana vecchietta con la quale ci fermiamo a scambiare qualche parola prima di riprendere la strada.

Iniziano finalmente le mesetas. Solo grano, giallo come l’oro. I campi si stagliano contro il cielo azzurro pastello. Campi sconfinati, a perdita d’occhio. Le mesetas mostrano solo quello che vogliono mostrare, niente di più. I paesi si trovano in avvallamenti e pertanto sono visibili agli occhi del viandante solamente negli ultimi chilometri. Per il resto è un deserto coltivato a grano.

Dopo un paio di ore di cammino e un paio di strani incontri con due donne (la prima vestita in camice da ospedale in aperta campagna, la seconda con un ombrello aperto in mano) arriviamo a destinazione. Quaranta chilometri oggi e la prima meseta superata. Ma ne restano altre e non vedo l’ora di calarmi nuovamente nel loro silenzio.