11 luglio 2011

Sahagun – Reliegos                                                                                      

Quando dalla strada vedo i primi tetti di Reliegos tiro un sospiro di sollievo. Per oggi è finita. Andiamo per ordine.

L’uscita da Sahagun è veloce e tranquilla: un ponte, poi una strada sterrata che costeggia la statale. Tutto è in piano, facile, veloce e sostanzialmente noioso. Dopo i primi 18 km, arriviamo così a El Burgo Ranero. Ci fermiamo in un bar a mangiare un boccone e facciamo la conoscenza di due ragazzi danesi. Grandi come colossi, i due si riempiono lo zaino con 5 litri di acqua aggiuntiva e dopo un rapido spuntino assieme a noi riprendono la via. Incroceremo questi due danesi ancora qualche volta nel corso della giornata e sempre questi incontri saranno momenti di relax e scambio di battute.

La strada, che da El Burgo Ranero porta a Reliegos è un’infinita lingua di sterrato che costeggia la strada asfaltata. Per 13 km si cammina completamente in piano su un rettilineo infinito. Reliegos sembra non arrivare mai. Ogni dieci metri l’amministrazione comunale ha piantato un platano. Milletrecento platani se il lavoro è stato fatto con precisione. Le ore scorrono lente e contare i platani diventa la sola attività possibile oltre alla continua battaglia contro tafani e calabroni che non cessano la carica.

Reliegos è un piccolo paese, quasi una transizione tra le Mesetas e la campagna di Leon. Le case di fango cominciano ad essere piuttosto rare e i mattoni dominano. Non ci sono negozi in paese ma in compenso ben tre bar, due dei quali probabilmente gestiti dalla stessa famiglia a pochi metri di distanza. Questi sono gli strani effetti che il crescente turismo legato a questa via di pellegrinaggio ha generato. Chissà cosa succederà nel prossimo futuro. L’economia di questi villaggi è legata a filo doppio con il Cammino. Chissà se la mafia dei bar e dei negozi che oggi sembra godere i frutti di una disperata attesa di riscatto riuscirà a sopravvivere o se invece sarà destinata a morire in una languida indifferenza generale. Le nuove generazioni non sembrano interessate a rischiare una scommessa.