Frammenti #30

La luce dei lampioni, fioca e calda, trasfigura il viale alberato dando al viandante l’impressione di trovarsi in uno di quei sobborghi di Londra così magistralmente descritti da Sir Arthur Conan Doyle. Persino il fiume Topino che silenzioso scorre alla mia sinistra, finisce per ricordarmi il Tamigi. Mi muovo in questo mondo evanescente verso una casa che non è la mia che il calore dei suoi abitanti la fa sembrare come se lo fosse. Questa famiglia nuova, allargata, sconosciuta nel ventre della quale sono stato accolto dopo l’ennesimo viaggio lontano da casa, mi ricorda in ogni momento quanto importante sia il nucleo famigliare per ciascuno di noi. Magari abbandonato per necessità o rabbia, per inseguire un amore lontano o un sogno evanescente, il calore famigliare è sempre una piacevolissima riscoperta, soprattutto se fatta in età adulta, quando si raggiunge la maturità necessaria per mettere da parte le proprie paure, il proprio orgoglio e la propria stupidità per riuscire poi ad abbracciare nuovamente una famiglia. Un abbraccio vero, senza più finzioni e libero da sovrastrutture giovanili. Un recupero a posteriori di qualcosa che molto spesso, quando imposto, non riusciamo ad apprezzare e vivere appieno. Questa famiglia che non è la mia, in effetti è come se lo fosse. Queste persone mi fanno vedere allo specchio la mia famiglia e la rete di relazioni che ho intessuto nel corso degli anni con ciascun caro. Quale grande occasione di ripensamento, quale grande lezione di vita. Grazie a tutti voi.